Quattro Carogne a Malopasso

La recensione di Unknown Pictures

Info

Anno

1989

Regista

Vito Colomba

Durata

92 minuti

Genere

western

Valutazioni

Visione solitaria

20/50

Visione in compagnia

40/50

In breve

Bill Nelson torna nella sua città natale, Malopasso, dopo aver trascorso dieci anni a Sant’Agata e scopre che i genitori sono stati assassinati da parte di una banda di malviventi della zona, le “Carogne di Malopasso”. Il desiderio di vendetta di Billy lo porterà ad affrontare la corruzione che regna sovrana nella siciliana “contea di Malopasso”, supportato dall’onesto sceriffo Hoara a da sua figlia Mary, di cui presto si innamorerà.

Un’eccezionale performance

Commento

Guardatelo con gli amici giusti e non vi deluderà. Se siete da soli, vi consiglio di gustarvi soltanto alcune parti scelte: alla lunga stanca. Fin dalle prime inquadrature possiamo intuire il livello qualitativo del film, ma aspettate di sentire i dialoghi: la correttezza grammaticale, i contenuti e la recitazione sono davvero “speciali”.

Le scene più belle (spoilers)

Non voglio dilungarmi raccontandovi dettagliatamente le scene: mi limiterò a dirvi dove si trovano quelle più “belle”.

  • minuto 10: Bill scopre della morte dei genitori
  • minuto 18: Bill si trova coinvolto in una rissa al saloon
  • minuto 71: scena di lotta, sembra di assistere al rituale di accoppiamento di qualche strano vertebrato
  • ultimi dieci minuti del film: delirante epilogo

Vi segnalo anche che, alla fine del film, compaiono le seguenti righe che dovrebbero spiegare il finale. Ve le riporto esattamente come sono, valutate voi grammatica e contenuto:

“E così Bill Nelson scoprì che non potrà lottare contro la corruzione e vendicare i suoi cari. Capì che nulla può contro il potere costituito. Si allontanò con la sua amata Mary convinto che le cose non possono cambiare **qui dovrebbe esserci un punto, ma manca nel testo originale** hanno sostituito l’eroico sceriffo con uno dei suoi rappresentanti. Una metafora stile vecchio western di una attualità purtroppo ancora presente”

E’ tutto vero, ecco le prove

Osservazioni (spoilers)

Non mi sono dilungato sulle scene più belle per farvi notare alcuni particolari gustosi di questo film (in realtà, per dirveli tutti dovrei scrivere un libro intero).

L’ufficio dello “sheriff”
  • Nel corso del film, ambientato in Sicilia, ci sono continui riferimenti al vecchio west: il saloon, la “beer” venduta nel saloon, la “contea di Malopasso”, lo sceriffo, la Corte Suprema…  Il regista è stato molto indeciso su dove ambientare la storia e, a quanto pare, i suoi dubbi non si sono risolti nemmeno a lavoro concluso.
  • Tale indecisione registica ci ha regalato dei nomi ibridi siciliani-americani stupendi: Santo Nelson, Rosa Lopez, Roger (pronunciato Rogere) Santarita e Sem O’hara (scritto davvero così).
  • Il cognome dello sceriffo viene scritto in modo diverso nel corso del film: a volte è Hoara, altre O’hara.
  • Ho fatto una ricerca su Google Maps: in Sicilia ci sono due paesini chiamati Sant’Agata. Il più lontano da Malopasso è distante 115 chilometri, l’altro 18. Il nostro eroe, così legato alla sua famiglia, in 10 anni non ha trovato lo sbatti di farsi 230 chilometri fra andata e ritorno (nel caso peggiore) per fare una visita ai genitori.

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