La recensione di Unknown Pictures
Info
Anno
1997
Regista
Paul Anderson
Durata
92 minuti
Genere
sci-fi, horror
Valutazioni
Visione solitaria
40/50
Visione in compagnia
30/50
In breve
Siamo nel 2040 e l’esplorazione spaziale ha fatto enormi passi avanti. La “Event Horizon” è un’astronave sperimentale dotata di un macchinario che può generare un buco nero per muoversi in altri punti dell’universo. Durante il suo primo viaggio, la nave scompare nel nulla, per riapparire soltanto sette anni dopo. Quindi, nel 2047, viene inviato un equipaggio per recuperare la “Event Horizon” e scoprire cosa è accaduto. Una volta sul posto, la squadra si rende conto che il veicolo spaziale è deserto. Il comandante e i suoi uomini cominciano ad avere terrificanti allucinazioni e la loro astronave subisce misteriosamente dei gravi danni. Man mano emergono terribili verità sulla sorte della “Event Horizon” e i soccorritori arrivano all’unica, inevitabile conclusione: non sono per niente al sicuro, e la fuga non sarà facile.

Commento
C’erano tutte le premesse per un film ottimo: l’ambientazione, la trama e il cast (Sam Neill, Laurence Fishburne e Jason Isaacs, giusto per dirne tre) promettevano davvero bene. Eppure, questo film è stato un vero flop. Il motivo probabilmente è la confusione: gli sceneggiatori e il regista hanno deciso di mettere troppa carne al fuoco fra vicende personali dei personaggi e racconto fantascientifico. Un altro punto debole sono le “regole”: quando si racconta una storia fantascientifica, è importante che lo spettatore capisca bene i passaggi (scientifici e non), in modo che tutti gli eventi siano giustificati e comprensibili. In “Punto di non ritorno” spesso succedono cose non chiare e diversi punti della trama ci lasciano con dubbi irrisolti.

Nonostante questi difetti, non mi sento di definirlo un brutto film, anzi, è sicuramente in grado di catturare la nostra attenzione, specialmente nella prima parte. Quando lo vedrete, cercate di concentrarvi sugli aspetti positivi, come la recitazione e l’ambientazione: focalizzarvi troppo sulla coerenza e l’accuratezza scientifica vi porterà soltanto a un dibattito con i vostri compagni di visione che, quasi certamente, si concluderà senza certezze (parlo per esperienza personale).

