La Maledizione del Cannibale

La recensione di Unknown Pictures

Info

Anno

1987

Regista

Phil Smooth

Durata

78 minuti

Genere

horror

Valutazioni

Visione solitaria

10/50

Visione in compagnia

10/50

Attenzione!

In questo film alcuni attori (coerentemente con il pensiero dei loro personaggi) si rivolgono a una delle protagoniste, una ragazza di colore, usando un linguaggio decisamente razzista. Ovviamente, questa recensione ha scopo puramente divulgativo e non approviamo niente di tutto ciò.

Un normalissimo gruppo di indiani-zombie

In breve

In una cittadina di campagna, muore un anziano che per anni ha avuto l’ossessione dei Toltechi, un’antica tribù nativa americana dedita al cannibalismo. Il suo erede, senza curarsi degli avvertimenti dello sceriffo, affitta la casa del defunto a un gruppo di studentesse. Tutto procede tranquillamente (forse troppo tranquillamente, dato che si tratta di 45 minuti di film), finché una notte quattro stregoni-zombie tornano dall’aldilà e attaccano gli inquilini.

Commento

Brutto, ma veramente! Per i primi 45 minuti dobbiamo subire due filoni narrativi. Il primo segue le avventure delle ragazze che affittano la casa: una di loro non sopporta l’arrivo di una nuova coinquilina perché è di colore, quindi chiama a vivere lì il fratello e un gruppo di amici razzisti… insomma tutto poco interessante. Il secondo filone ci mostra le indagini di una giornalista interessata ai Toltechi che fa ricerche assieme allo sceriffo: una lunga e non richiesta lezione su questa popolazione. Dopo tutto ciò, arriviamo all’azione e qui si raggiungono livelli “elevatissimi”: tralasciando gli effetti speciali, che possono essere giustificati dal budget molto basso, le sequenze sono così brutte da risultare comiche (andate a leggere le scene più belle se siete interessati). Tuttavia, queste scene risultano lunghe, buie e poco coinvolgenti e, quindi, non bastano a rendere il film apprezzabile.

Le coinquiline

Lo consiglio soltanto in un caso: se avete degli amici convinti di conoscere il trash cinematografico, guardate con loro gli ultimi 15-20 minuti. Anche in questo caso, per rendere la visione sopportabile, raccomando l’assunzione preventiva di un adeguato volume alcolico.

L’ho già detto e lo ripeto: brutto, ma veramente!

La scena più bella

Sceriffo al salvataggio! (un’ora e sei minuti)

Durante il corso del film, scopriamo che lo sceriffo è in possesso di una frusta donatagli dal defunto esperto di Toltechi. È evidente fin da subito che questa informazione ci servirà a fini di trama, e infatti è proprio così. Alla fine del film, la situazione dei ragazzi superstiti sembra disperata, ma, all’improvviso, sbuca lo sceriffo con la sua frusta e ha inizio un interminabile combattimento fra lui e gli indiani-zombie. Ogni cosa in questa scena è brutta: i tempi, la musichetta di sottofondo e le fastidiosissime urla delle inquiline (ho dovuto abbassare il volume per evitare che i vicini pensassero che stessi guardando un rumorosissimo video porno). 

Me lo ricordavo diverso Indiana Jones

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